Categoria: dai Media

Anatolij Karpov. I migliori anni

Tibor Károlyi
Anatolij Karpov. I migliori anni
Caissa Italia 2015

Karpov è uno dei più grandi giocatori della storia. XII Campione del mondo, detentore del record di tornei vinti, ha sbaragliato generazioni di giocatori grazie a un intuito strategico impareggiabile, che gli ha consentito di eguagliare e superare la fama di Capablanca quale invincibile macchina degli scacchi. Károlyi centra le sue analisi proprio sul genio strategico di Karpov, operando una selezione di elevato valore didattico in cui, grazie anche al commento dell’autore, il lettore potrà apprezzare in tutta la loro linearità i piani e le manovre leggendarie del grande Tolja. Károlyi ripercorre in 51 partite la carriera del grande campione russo negli anni dal 1986 al 1999. Pur avendo ceduto il titolo mondiale a Kasparov l’anno prima, è proprio in questo periodo che Karpov profonde il suo maggiore impegno per tentare di riappropriarsi dello scettro di Caissa. Si giunge così al paradosso di uno dei più forti scacchisti di ogni tempo che si esprime al massimo livello dopo aver raggiunto l’apice della carriera. Il libro contiene anche un’esauriente appendice statistica con tutti i risultati ottenuti da Karpov nel periodo in osservazione e un ricco apparato fotografico.

60 partite da ricordare – Bobby Fischer

Bobby Fischer
60 partite da ricordare
Caissa Italia 2022

Alla vigilia del match mondiale contro Boris Spasskij, Bobby Fischer dichiarò al Washington Post: «Io non credo nella psicologia, credo nelle buone mosse.» Eppure a leggere le 60 partite, verrebbe di pensare esattamente il contrario.
Il libro, pubblicato originariamente nel 1969, contiene le partite del periodo 1957-67 che Fischer riteneva più significative per lui (comprese nove patte e tre sconfitte) ed è un viaggio affascinante nella mente del campione statunitense. I suoi commenti, freschi e diretti, svelano molte delle caratteristiche del giocatore che nei prossimi anni avrebbe surclassato tutti i suoi rivali: la meticolosità della preparazione, la conoscenza dei classici, lo studio attento di tutte le fonti disponibili, la fine comprensione delle caratteristiche dell’avversario, la grande tenacia, l’inesauribile ingegno, la brutale onestà intellettuale, il tutto innestato sulle sue proverbiali convinzioni scacchistiche ma anche su un indubbio spirito sperimentale.

Questa nuova edizione si basa sul testo originale di Fischer ed Evans e presenta una nuova traduzione che restituisce al lettore il linguaggio e il pensiero degli autori.

Le ultime lezioni di José Raul Capablanca

José Raul Capablanca
Le ultime lezioni
Cliquot 2022

Il celebre libro postumo di José Raúl Capablanca, che raccoglie una serie di insegnamenti che il campione tenne per radio nel febbraio del 1942, meno di un mese prima della sua scomparsa improvvisa.
In parte chiacchierata a ruota libera, con aneddoti simpatici e storie curiose, in parte manuale tecnico di grande profondità, ma sempre chiaro e accessibile – proprio come l’inconfondibile stile di gioco dell'”invincibile” maestro –, Le ultime lezioni sono un invito ad approfondire gli scacchi mettendo al primo posto la semplicità («perché sono le cose semplici quelle che spesso passano inosservate») senza cadere nelle scorrette abitudini tipiche dei dilettanti, prima fra tutte quella di concentrare lo studio sulle aperture anziché sul finale. Una lettura spensierata e al contempo ricca di precetti fondamentali.

La diagonale Alechin

Arthur Larrue
La diagonale Alechin
Neri Pozza 2022

Occhi d’acciaio, di un azzurro terreo, bocca stretta che ne tradiva il carattere marziale e gesti affettati da moscovita di nobili origini, Aleksandr Alechin fece il suo definitivo ingresso nell’aristocrazia scacchistica nel 1927, quando a Buenos Aires si aggiudicò il titolo di campione del mondo sconfiggendo José Raúl Capablanca, elegantissimo cubano che dominava la scena da quasi un decennio. Sadico degli scacchi che, con il suo attacco a sorpresa, mirava ad atterrare e distruggere l’avversario, Alechin si era preparato con cura all’incontro. Aveva studiato il limitato repertorio di aperture di Capablanca, il suo «istinto di conservazione», e aveva deciso di affrontarlo con il suo imprevedibile gioco di attacco. Chi era, tuttavia, davvero questo genio che padroneggiava mirabilmente le mosse sulla scacchiera, ma non altrettanto quelle sul palcoscenico della sua vita e della sua epoca? In Russia era stato campione nazionale di scacchi e, insieme, giudice istruttore della polizia criminale di Mosca, interprete presso il Comintern e, stando a quanto alcuni affermano, spia scampata a una condanna a morte grazie all’intervento di Trockij. In Francia, dove ripara nel 1921, diventa Alexandre Alekhine, capitano della nazionale francese di scacchi nelle cui file gioca, per qualche anno, Marcel Duchamp. Accanito bevitore, tratta spesso le persone come fossero semplici pedoni sulla scacchiera. Inquieto seduttore, si sposa cinque volte con donne molto più anziane di lui. Durante il governo di Vichy, scrive sulla Pariser Zeitung, la rivista tedesca della Parigi occupata, una serie di articoli in cui tratteggia le differenze tra lo scacchista ebreo e quello ariano. Collabora con Hans Frank e Joseph Goebbels, partecipa a tornei nei territori del Reich. Dopo la guerra, accusato di collaborazionismo, si rifugia nel Portogallo di Salazar, dove muore in circostanze oscure nel 1946, a 53 anni e ancora campione del mondo di scacchi. Se è vero che la letteratura è la sola arte capace di restituirci «il mistero dell’individuo» (Emanuele Trevi), non c’è modo migliore delle pagine che seguono per accostarsi all’opera e alla figura di questo genio degli scacchi. Con la sua impeccabile scrittura, Arthur Larrue ritrae mirabilmente colui che Harold C. Schonberg definí «lo scacchista piú immorale di Richard Wagner e di Jack lo Squartatore» e ne svela, a un tempo, il «doppio invisibile».

La mossa del matto. L’Iliade di Bobby Fischer

Alessandro Barbaglia
La mossa del matto. L’Iliade di Bobby Fischer
Mondadori, 2022

«Cosa succede a chi rifiuta il mondo per giocare solo a scacchi se poi gli scacchi lo fanno diventare campione del mondo?” La mossa del matto è la storia di una vita, quella di Bobby Fischer, e il tentativo di rispondere a questa domanda partendo dalla ricostruzione della finale del campionato mondiale di scacchi del 1972, la sfida del secolo, quella tra il “matto” americano – Bobby Fischer – e il campione in carica: il leggendario scacchista russo Boris Spasskij. Giocata in piena Guerra Fredda, quella sfida USA-URSS è molto di più di una “semplice” partita di scacchi. E se Spasskij è un gentiluomo, un fine stratega, uno che sa come va il mondo, Fischer è un essere furioso. Di più: Bobby Fischer è una contraddizione vivente. Ha un quoziente intellettivo molto al di sopra della media ma crede ai predicatori radiofonici che profetizzano la fine del mondo, non ha la licenza elementare ma è un genio degli scacchi, un gioco che ha monopolizzato la sua esistenza da quando, a sette anni, ha imparato a muovere i pezzi su una scacchiera di plastica leggendo il foglietto delle istruzioni. Le sue bizzarrie sono innumerevoli: tutti lo aspettano a Reykjavík, sede del campionato, ma lui non c’è. Si fa attendere finché non verranno accolte alcune sue peculiari richieste, tra cui quella di aumentare il premio in denaro per il vincitore. Fa pensare ad Achille che, offeso, rifiuta di prendere le armi: se ne sta nella sua tenda, ritirato nel cuore del conflitto di cui è il baricentro. I suoi nemici sono i Troiani, quelli di Fischer sono i Russi. L’assedio dura dieci anni, e il dominio troiano resiste, al pari di quello sovietico sulla scacchiera. E le analogie non finiscono qui… Barbaglia, a cinquant’anni esatti dai fatti, ci offre una ricostruzione dettagliatissima della sfida del secolo, sulla base di un imponente materiale documentario. E la illumina con lo sguardo dello scrittore, che in questo scontro epico riconosce le figure archetipiche di uno dei miti fondativi della nostra cultura, l’Iliade, in cui si scontrano la ferocia di un guerriero assetato di sangue e l’intelligenza calcolatrice di uno stratega.

Il mago di Riga

Giorgio Fontana
Il Mago di Riga
Sellerio Editore Palermo, 2022

«Questo miraggio delle partite o delle vite senza sbagli: no, Miša si teneva volentieri il fallimento. Si teneva la vulnerabilità e lo scompiglio. Tanto valeva ubriacarsi o combinare pasticci, ma rispettare sempre la dignità del singolo essere umano. Meglio giocare, giocare per la pura festa di giocare, fino a che giorno e notte non perdano di senso: giocare con la devozione e la letizia dei ragazzini che strillano e non vogliono tornare a casa a fare i compiti o lavarsi – le stupide incombenze del mondo reale». Michail «Miša» Tal’ (1936-1992), che prima di Kasparov fu il più giovane Campione del mondo della storia, sconvolse l’universo degli scacchi incarnando il gioco come arte, invenzione, complicazione. Lo chiamavano il Mago di Riga per la capacità di «evocare tutte le forze oscure che ogni posizione celava dentro di sé»: bramava il disordine e il sacrificio dei pezzi (atti che per lui racchiudevano anche un significato esistenziale), opposti ai prevalenti distillati di razionalità e pragmatismo. Il 5 maggio del 1992 disputò la sua ultima partita di torneo (sarebbe morto il mese dopo) contro un giovane Grande maestro – lui che a soli ventitré anni aveva battuto Botvinnik, il «Patriarca» della scuola sovietica, che «affermava di non giocare mai per puro piacere». Tra una mossa e l’altra, Miša ricapitola a lampi di memoria la sua movimentata e anarchica esistenza. Cinquantacinque anni segnati dal genio precoce e da costanti malattie, ma vibranti di un gioioso, fraterno e dissipato desiderio di vivere. Le tenerezze dell’infanzia, gli anni d’oro, il declino e le rinascite; le partite che erano sempre per lui «la paziente tessitura di un altrove»; l’umorismo straripante e l’empatia verso chiunque (una sfida al bar con un avventore, una ragazza che piange dopo la partita); e naturalmente i tornei, i molti amori, le sbornie, le beffe al KGB, la costante sete di libertà. Tutto rinasce, come in punto di morte. E mentre cresce la suspense del duello in corso, nella mente del Mago di Riga fioriscono i «momenti fatali» che risvegliano in lui l’essenza, poetica e caotica, della vita. In questo romanzo Giorgio Fontana racconta l’epica di un uomo straordinario che raggiunge la vetta profondendo in ogni mossa l’amore per il rischio, lontano da qualunque cinismo, e dimostrando a un mondo incredulo che talora le storie sono più forti della realtà – che due più due, come Miša amava dire, può fare cinque.

La ragazza che giocava a scacchi ad Auschwitz

Gabriella Saab
La ragazza che giocava a scacchi ad Auschwitz
Newton Compton Editori, 2022

Maria fa parte della resistenza clandestina polacca nella Varsavia occupata dai nazisti. Per questo motivo, una volta scoperta, viene arrestata dalla Gestapo e deportata ad Auschwitz come prigioniera politica, mentre la sua famiglia viene giustiziata. Il destino di Maria sembrerebbe segnato, ma quando lo spietato vicecomandante del campo, Karl Fritzsch, viene a sapere del suo straordinario talento negli scacchi, decide di intrattenere i soldati del campo sfidandola a un estenuante e sadico torneo. E la posta in palio è la sua vita. Così, una mossa dopo l’altra, mentre gioca per salvarsi la vita, nonostante la mente sia affollata da pensieri di morte, rabbia e terrore, la ragazza comincia ad architettare un piano per vendicarsi del suo aguzzino. E proprio come in una complessa partita a scacchi, deve fare affidamento su sangue freddo e capacità di prevedere le reazioni dell’avversario, se vorrà riuscire a dare scacco matto all’uomo che ha sterminato la sua famiglia.

Tre singolari racconti

Giovanni Mussini
Tre singolari racconti
Abrabooks, 2022

Uno psichiatra si imbatte in un giovane, sgangherato scacchista, perseguitato da una figura misteriosa. La verità sarà un duro colpo per il medico, che si troverà di fronte a una realtà inverosimile, circondato da oscuri omicidi. Tra le pacifiche montagne alpine, un paesino di poche anime viene sconvolto da ingiustificati odi personali e da una malattia che conduce alla morte. Un raffinato Conte, prendendo al proprio servizio una giovane donna, incontrerà il suo passato, affronterà il presente e subirà il futuro.

Nere notti e bianchi giorni

Giorgio Chinnici
Nere notti e bianchi giorni – Bobby Fischer e la sfida del secolo
Messaggerie Scacchistiche 2022

La celebre sfida per il titolo mondiale di scacchi del 1972, tra il solitario americano e la macchina collettiva sovietica, si erge a simbolo di una contrapposizione ideologica tra visioni del mondo antitetiche.
Il racconto dipinge a grandi pennellate questa sfida, che è l’immagine di un’epoca, e ne traccia le ricadute sul mondo degli scacchi così come sulla personalità e la quotidianità dei protagonisti.
Un racconto preciso e avvincente, ma anche personale e intimo, che si legge in un fiato e trasmette la travolgente passione intellettuale, non solo per gli scacchi.

Vincere a scacchi

Kevin Bordi, Samy Robin
Vincere a scacchi. Mossa dopo mossa (corso avanzato per principianti)
L’Ippocampo, 2022

Kevin Bordi e Samy Robin vi danno il benvenuto nell’appassionato universo degli scacchisti, invitandovi alla scoperta di questo gioco meraviglioso. L’approccio singolare dei due autori fa cadere ogni mistificazione sugli scacchi per orientarvi sulla via della vittoria. Gli oltre 450 diagrammi commentati vi aiuteranno a destreggiarvi fra le tattiche di gioco, ad affinare le vostre strategie e a scoprire finalmente cosa succede nella testa di un campione. Grazie a questo manuale didattico completo, che va dalle aperture ai finali di partita, non vi sentirete più disarmati di fronte a una scacchiera e troverete tutte le risposte necessarie per progredire superando i vostri limiti…